Osservazione laboratorio trucco
Territorio: San Giovanni a Teduccio.
Esperto: Barbara di Domenico
Laboratorio: Trucco
Osservazione di: Antonella Riccardi
Finalmente ho la possibilità di vedere da vicino i laboratori territoriali, sui quali avevo letto e sentito molte cose, ma viverli in prima persona è diverso. Innanzitutto resto colpita dal Centro Asterix e soprattutto dalla sala teatro: grande, curata e penso che ha davvero poco da invidiare ai piccoli/medi teatri della nostra città e mi chiedo il perché quel posto non venga sfruttato in tutte le sue potenzialità, notando un gran numero di sale che mi dicono essere inutilizzate.
Prima di iniziare, vedo arrivare il pulmino che accompagna i ragazzi al Centro e da lì si precipita verso Barbara (l’esperta di trucco) Cinzia, una ragazzina di 13 anni che, con una certa esuberanza e sicurezza, abbraccia, bacia e “morde”Barbara sulla guancia, a dimostrazione del suo affetto. Barbara mi spiega che Cinzia è una ragazzina che le ha dato non pochi problemi all’inizio, ma che ora si è inserita piuttosto bene. Siamo pronti per salire al piano superiore, dove si svolgeranno i laboratori di arte e trucco.
Le ragazze del laboratorio di trucco sono circa 10, alcune molto emozionate, altre più passive. Barbara decide di spiegare le sfumature agli occhi ed approfittando di alcuni consigli sul trucco che avevo chiesto all’esperta, lei decide di affidarmi completamente nelle mani di Cinzia, che dovrà truccarmi per una cerimonia e spiegarmi i trucchetti del mestiere. Cinzia da subito sembra molto eccitata: inizia velocemente a struccarmi e chiede i ferri del mestiere a Barbara come se fossero i suoi. Da subito noto che con me è molto gentile, parla in italiano (non nel dialetto usato fino a quel momento) e mi tratta con dolcezza, chiedendomi più volte se mi facesse male, non so se perché ero una “sconosciuta” o perché si fosse perfettamente calata nella parte. Mentre mi trucca mi spiega il perché mette quel prodotto e come farlo nel modo più corretto e se sbaglia mi dice <<nun o’ dicere a Barbara>>.
Dopo che Barbara mostra a tutte le ragazze come eseguire una sfumatura sul mio occhio sinistro, dice a Cinzia di fare lo stesso sull’altro occhio e lei inizia subito ed in breve tempo riesce ad eseguire il compito. È contentissima del risultato ottenuto ed orgogliosa mostra il lavoro a Barbara.
Nel frattempo noto anche le altre ragazze: c’è chi si trucca in modo troppo pesante, chi in modo inappropriato e chi invece come fanno le bambine quando provano di nascosto i trucchi della mamma. Mi colpisce anche Luisa: non sembra per nulla interessata al trucco e tenta più volte la fuga, ma viene continuamente riportata in classe dall’educatrice Chiara e da Barbara. Credo voglia attirare l’attenzione in altro modo, visto che non sapendo truccare, non riuscirebbe ad attirare Barbara su di sé come le altre.
Durante la pausa si approfitta per fare due chiacchiere: Barbara spiega che il tipo di trucco elaborato oggi non è certo adatto alla loro età e che dovranno passare molti anni prima di poterlo applicare su se stesse.
Si inizia poi casualmente a parlare di figli e chiede a che età vorrebbero averne uno. C’è chi dice a 35, chi più in là possibile e Cinzia (l’unica fidanzata tra le ragazze) risponde <<che ne saccio…quando capita>> e allora Barbara chiede <<e quando può capitare, anche domani?>> e lei <<noooo, e se capita riman io o accir>>; <<a chi? Al tuo fidanzato?>> e lei <<noooo, chill è omm…ccadd’a fa? Addà j de prostitute?>> e a quel punto abbiamo capito che se “fosse capitato” ad essere “accis” sarebbe stato il bambino. Ma Cinzia ci tiene a puntualizzare che per ora il suo fidanzato deve accontentarsi di baci e carezze e che se non gli va bene <<se ne po’ pure j , pecchè già è tant che maggje mise a ffa ammor a 13 anne>>.
Dopo l’ennesimo tentativo di fuga, rientra Luisa e Barbara le chiede se è fidanzata. Lei risponde di no e dice << a me i ragazzi non mi piacciono>> e dopo 5 minuti si contraddice, dicendo che il ragazzo che le piace l’ha visto in vacanza ed anche lì al centro Asterix. Allora Barbara cerca di farla aprire un po’ di più, ma lei sembra non volersi confidare e quando parla noto che ha sempre la testa bassa e lo sguardo sfuggente; poi mentre Barbara parla con le altre, la interrompe più volte dandole nuove notizie, anche se nessuno le aveva chiesto più nulla. Poi, ad un certo momento, esordisce, con un detto che le ripete sempre sua mamma, ammonendola su un eventuale fidanzato: << Pizzeche e vase nun fanno pertuse , ma a’ ciaccarella nun se tocc’!>>.
Ed è così che me ne vado dal laboratorio, avendo imparato molto sul trucco, ma anche sulla saggezza popolare napoletana.