Lo spazio entra a scuola per contrastare le fragilità educative

Intervento di Cesare Moreno in occasione del collegamento in diretta con Samantha Cristoforetti sulla Stazione Spaziale Internazionale

Il metodo scientifico e la didattica in laboratorio aiutano molto le ragazze e i ragazzi - soprattutto quelli che vivono situazioni di disagio - ad apprendere e a ritrovare fiducia in sé e nella cooperazione con gli altri. Le imprese spaziali sono una grande impresa scientifica e il risultato di un lavoro cooperativo di dimensioni planetarie. Questo metodo può migliorare lo studio delle discipline scientifiche anche nei contesti disagiati.

 

L’impresa spaziale è una grande impresa scientifica che si fonda su una cooperazione di dimensioni planetarie.
La fragilità educativa è una espressione di nuovo conio che però rimanda alla fragilità umana in generale. L’uomo si rende conto della propria fragilità ogni volta che si confronta con l’ignoto e col mistero della vita. Le imprese spaziali sono contemporaneamente una sfida all’ignoto e un confronto con la fragilità e la debolezza di ciascuno che sono superate con la fiducia nel metodo sperimentale e la fiducia nelle capacità cooperative dell’uomo. Se un uomo o una donna possono avventurarsi in solitudine nello spazio è solo perché in realtà sono accompagnati dal lavoro di migliaia di persone, perché sono consapevoli della grande cura che ciascuno di loro mette nel realizzare la parte che gli compete.
L’impresa di crescere una giovane persona non è meno complessa. La fragilità educativa in realtà è la fragilità degli ambienti e delle relazioni educative, un tessuto nutritivo inadeguato che vede le fragilità sommarsi e concorrere alla composizione di un quadro deprimente che non incoraggia la giovane persona a impegnarsi, a vivere pienamente la propria vita.
I docenti che vivono nella scuola italiana sanno quanto sia difficile trasformare l’istruzione in una singola disciplina in una impresa educativa complessa alla quale partecipano molti docenti diversi tra loro, figure professionali diverse come docenti di sostegno, educatori, assistenti sociali. Gli allievi che vivono situazioni di disagio, che subiscono la fragilità delle relazioni sociali in ambienti deprivati, costituiscono una sfida della complessità ad una organizzazione -quella scolastica -ancora caratterizzata da forte individualismo, e da una gerarchia che non incoraggia la cooperazione.
L’associazione Maestri di Strada ha fatta propria la cooperazione educativa e l’ha posta alla base del proprio metodo di lavoro e questo comporta la partecipazione attiva delle giovani persone, ed un intenso lavoro per formare le capacità cooperative dei propri operatori e creare le condizioni per la cooperazione interprofessionale con i docenti, i servizi sociali e gli altri servizi territoriali.


Se ci viene una lezione dalle imprese spaziali e particolarmente dell’impegno italiano in questo campo è proprio la lezione della cooperazione e del metodo sperimentale.
Esiste una particolare versione del metodo sperimentale che si chiama ricerca-azione che riesce ad includere nel percorso di conoscenza e di organizzazione la figura stessa del ricercatore. Nella rappresentazione classica del metodo sperimentale il ricercatore non è presente, l’organizzazione della situazione sperimentale ha la massima cura nell’impedire l’interferenza della soggettività del ricercatore. Nella ricerca azione la soggettività dei partecipanti fa parte del campo dando luogo ad una rappresentazione complessa esattamente come il campo gravitazionale non può rappresentarsi come una perfetta sfera intorno a ciascun corpo celeste.


Per lo sviluppo delle conoscenze tecnico scientifiche occorre innanzi tutto rafforzare il metodo cooperativo nella gestione delle scuole e al primo posto per far questo c’è il lavoro per elaborare e contenere le emozioni che ostacolano la cooperazione e incentivano la partecipazione personale all’impresa educativa.
  

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