Patto di Salute

Alleanza tra istituzione e famiglie

Quanti dubbi e quante domande tutti noi ci poniamo in questi giorni di riapertura delle scuole...

Maestri di Strada per questo sta attivando un "patto di Salute", affinchè si crei un'alleanza tra istituzione e famiglie per collaborare al miglioramento dello stato di salute dei giovani nelle scuole della periferia est di Napoli.

Cesare Moreno ha scritto un articolo per il Corriere del Mezzogiorno, in cui si parla del "Patto di salute", in cui ognuno, scuola, genitori, ragazzi, noi Associazione, dobbiamo svolgere il proprio compito affinchè si possa trovare il giusto equilibrio e tornare a scuola nel miglio re dei modi, perchè "...la scuola che frequenteranno i figli non è la stessa di prima, è molto più attenta al benessere dei bambini, è molto più attenta alle ansie e alle preoccupazioni dei genitori, è molto più attenta ai divari culturali, è molto più attenta anche alle difficoltà che incontrano i docenti nel riconvertire la propria professionalità per adeguarla alle nuove condizioni"


CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Un patto di salute nelle scuole, di Cesare Moreno

I Maestri di Strada sono in dirittura d’arrivo per attivare un Patto di salute in almeno una scuola di periferia. Una scuola che al momento non vorrei nominare sia per scaramanzia — stiamo osando molto — sia perché non tutto è definito e non vorrei interferire con il processo di condivisione e di co-progettazione. Dico solo che in un precedente progetto ministeriale basato anche sui parametri sociali del territorio questo è risultato primo in Italia per gli indici di degrado sociale.
Dunque abbiamo condiviso con la dirigente scolastica e con un gruppo di docenti impegnato sul tema della riapertura un’analisi della situazione e la progettazione degli interventi da attivare.
C’è una grande confusione e soprattutto ansia e preoccupazione riguardo alle misure per minimizzare il rischio contagio. Le indicazioni governative sono quelle che sono fortunatamente abbiamo indicazioni regionali un po’ più stringenti ma arrivano tardi, dopo sei mesi in cui tutti sono stati chiusi dentro. Bisogna quindi fare uno sforzo di comunicazione e rassicurazione sfruttando i dieci giorni di rinvio dell’apertura e la chiusura elettorale.

Maestri di Strada, che ha vinto un bando proposto da Inco Accelerator per Google Italia, ha realizzato proprio in questa scuola, grazie al fondo ottenuto, una formazione con tutti i suoi docenti per costituire in ogni classe un’aula virtuale da utilizzare all’occorrenza.

Anche in questo caso sono emerse ansie e difficoltà operative da parte dei genitori e dei docenti riguardo alle modalità di attivazione della stessa. In realtà, per molti motivi che ormai sono di dominio pubblico - il ricorso massiccio alle Tic (Tecnologie Informatiche e di Comunicazione) desta preoccupazioni oltre dover superare un enorme divario digitale sia riguardo ai dispositivi disponibili sia riguardo alle competenze informatiche.

Abbiamo rilevato quindi che le due questioni, fondamentali per la riapertura, la minimizzazione del rischio e l’utilizzo della didattica a distanza sono in una fase critica e abbiamo pensato innanzi tutto a come rasserenare l’atmosfera in modo che anche i problemi pratici possano essere affrontati in modo più pacato.

L’idea portante che abbiamo condiviso è che sia necessario nella scuola un patto di salute ossia un’alleanza tra scuola e famiglie che concordano di dover collaborare a migliorare lo stato di benessere delle giovani persone curando insieme l’igiene collettiva e individuale in un quadro generale in cui si affrontano tutti i problemi di salute che in questo territorio sono il sovrappeso infantile che sfiora il 50% degli allievi, la cattiva alimentazione, l’assenza di attività motorie, e vari fattori che alimentano il disagio relazionale (molte famiglie monoparentali, madri giovanissime, famiglie sotto la soglia di povertà; quasi metà dei ragazzi in età pediatrica priva del pediatra di famiglia etc…) .

È necessario che tutte le famiglie sappiano che la scuola sta facendo tutto il possibile per minimizzare il rischio di infezioni e per contenere tempestivamente l’eventuale insorgere di focolai infettivi. Tutto questo avviene in una situazione in cui finalmente da parte di un esponente governativo è stato detto che il rischio zero non esiste. Ma questo avviene dopo che per sei mesi le comunicazioni governative e i mass media in coro hanno alimentato da un lato un clima di terrore, dall’altro l’illusione di un’imminente eliminazione del contagio. Occorre quindi una riconversione psichica di 180 gradi, un cambio di paradigma se preferite, in cui si passa dall’inseguire il mito dell’immunità e dell’attesa messianica del miracolo, al dover elaborare in prima persona strategie di ‘convivenza’ con il rischio; passare dalla fiducia nei grandi-scienziati-che-stanno-lavorando-per-la-soluzione-finale (con questa ignobilissima gara tra americani, cinesi, e russi a chi fa prima) alla fiducia reciproca che tutti stiano facendo del proprio meglio per non correre rischi inutili o eccessivi.

Dunque bisogna parlare direttamente con tutte le famiglie, ma non ci sono i tempi, non ci sono gli spazi, non ci sono le persone che possano svolgere in modo così massiccio un lavoro di «rassicurazione» e soprattutto bisogna evitare assembramenti e distanze inferiori al metro. Si lavora quindi ad individuare spazi all’aperto, in plessi non coinvolti dalle elezioni, studiare i movimenti del sole ad evitare che chi sta all’aperto debba soffrire per il caldo (pessima ambientazione per un patto di salute!) etc…

Si calcola che per incontrare tutti i genitori siano necessari circa dieci incontri separati e quindi che ci siano i conduttori necessari a farlo. Educatori e docenti costituiranno squadre miste per affrontare il problema. I maestri di Strada che hanno già contattato diverse decine di famiglie per la consegna dei «pacchi viveri per la mente» durante il lockdown potranno rassicurare le famiglie circa le capacità operative di sostenerle nell’affrontare difficoltà logistiche e organizzative.

In questi incontri si potrà dire ciò che la scuola sta realmente facendo al di là delle comunicazioni contradittorie o distorte che arrivano da tutte le parti. Inoltre si discuterà delle difficoltà reali e di come affrontarle. Su alcune questioni «tecniche» lavoriamo ad attivare la collaborazione con un ospedale che ha all’attivo un servizio di ‘pedagogia sanitaria’ e con i volontari della locale protezione civile.

La regione Campania ha varato il piano per dotare le scuole di termo scanner, ma i tempi operativi non sono né certi né celeri. Il 24 settembre non potranno essere operativi. Si studiano quattro ingressi differenziati e quattro gruppi di «misurazione febbre» che operano nei quattro ingressi con la partecipazione dei Maestri di Strada che hanno già sperimentato questa modalità nei campi estivi. Nei quattro gazebo agli ingressi si potranno anche fornire mascherine, gel e soprattutto ulteriori rassicurazioni e aiuti concreti per favorire la frequenza scolastica.

Per quanto riguarda il divario digitale c’è un piano per aiutare le famiglie in difficoltà e i docenti che non riescono a perfezionare la migliore collaborazione con le famiglie. In caso di insuccesso di queste strategie sarà attivato uno «sportello di consulenza digitale» in cui intorno allo stesso tavolo genitore, bambino e docente potranno percorrere quei passaggi tecnici che hanno trovato difficoltosi.

Da sottolineare che queste cose sono possibili perché i Maestri di Strada hanno convogliato circa mezzo milione di finanziamenti delle fonti più diverse (tra cui Miur, Regione Campania, Comune di Napoli) verso l’obiettivo di costituire una comunità educante in tutto il territorio della sesta municipalità e che dispongono di un gruppo coeso di 50 operatori che non si sono mai fermati e che hanno continuato settimanalmente l’attività riflessiva che è il cuore pulsante e la mente collettiva di questa organizzazione .

In questo modo intendiamo dare alle famiglie un messaggio forte: la scuola che frequenteranno i figli non è la stessa di prima, è molto più attenta al benessere dei bambini, è molto più attenta alle ansie e alle preoccupazioni dei genitori, è molto più attenta ai divari culturali, è molto più attenta anche alle difficoltà che incontrano i docenti nel riconvertire la propria professionalità per adeguarla alle nuove condizioni. L’alleanza e il patto di salute quindi decollano affrontando un problema concreto, avremo poi tempo di riflettere con i docenti e con le famiglie del senso di questo patto e di tutti gli sviluppi che deve avere.

Tutto questo si sarebbe dovuto e potuto attuare molto prima; tutto questo dovrebbe essere parte di un piano nazionale per una nuova alleanza educativa e per un patto di salute che riguardi le categorie, le organizzazioni, le istituzioni che dovrebbero cooperare a rendere la scuola sufficientemente buona. Così non è stato e così non è, a noi tocca andare avanti comunque.

 

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