Bilanci di fine anno
CONTINUA LA MAGNIFICA AVVENTURA DELLE FIERE DELL’EST!
Il bilancio delle Fiere dell’Est di quest’anno è più che soddisfacente! Il nostro tour esperienziale ha coinvolto più di 600 tra studenti, docenti e viaggiatori alla scoperta del lavoro educativo e artistico svolto quotidianamente nella periferia est di #Napoli da Trerrote (Teatro Ricerca Educazione) e da Maestri Di Strada.
I nostri ospiti sono stati accompagnati in un’esperienza che gli ha fatto attraversare la storia, conoscere e ascoltare le testimonianze dei monumenti umani del territorio visitare i luoghi più significativi, scoprire la #bellezzanascosta, sperimentare laboratori scientifici, artistici, assistere a #spettacoli e assaggiare la #cucina delle mamme sociali.
Grazie a tutte/i coloro che hanno partecipato e vissuto con noi quest’esperienza! Viva la #fieradellest
COS’È LA FIERA DELL’EST?
La Fiera dell’est è una sperimentazione di ‘impresa educativa’ promossa dall’Associazioni Trerrote e Maestri di Strada attraverso la quale i giovani e, in generale, i cittadini attivi della periferia orientale di Napoli si aggregano per promuovere un prototipo di ‘turismo esperienziale’ aperto a scuole e viaggiatori eticamente responsabili nei propri quartieri.
Tale sperimentazione è volta a sviluppare l’empowerment degli allievi cresciuti nei progetti dei Maestri di Strada e Trerrote e dei loro genitori per favorirne l’avvicinamento alla cultura del lavoro e dell’impegno civile.
L’esperienza ha origine dai ‘laboratori di narrazione condivisa’ realizzati con gli allievi nel corso dell’anno, che mirano a potenziare le capacità dei giovani abitanti di conoscere e raccontare il proprio quartiere, in un processo di ri-significazione e rivalutazione dei propri contesti di vita che rivalutando il proprio territorio porta gli educandi implicitamente a rivalutare se stessi.
Legata alla rivalutazione umana e territoriale della periferia, la Fiera dell’Est è un tour esperenziale sulla periferia orientale di Napoli. Rappresenta di fatto anche una work experience per i nostri giovani educandi che hanno il desiderio, finito il percorso scolastico, di continuare a rimanere in contatto con noi.
Il fine di questa esperienza è quella di alimentare un senso di reciprocità e di comunità tra giovani e adulti del territorio per non disperdere la dimensione di accoglienza, ascolto e sostegno reciproco che si crea durante i nostri percorsi educativi.
Al contempo la Fiera dell’Est, è una nave scuola, una palestra dove ogni giovane su richiesta può esercitare e perfezionare le proprie propensioni in un ambiente protetto e con un accompagnamento educativo.
Di seguito, il video trailer realizzato da Antonio, uno degli allievi dei laboratori arteducativi di Maestri di Strada e Trerrote che si è sperimentato in questo piccolo percorso di video montaggio accompagnato dalla sapiente guida della sua maestra di montaggio e post-produzione video Simona Infante.
PER INFO E CONTATTI:
email: trerroteteatro@gmail.com
cell: 3249575017 / 3420470270
La misura è finanziata da Funder35 e Fondazione CON IL SUD
Vi riportiamo anche l' articolo di Angelo Baldini, giornalista di Eroica Felice, che ha trascorso una giornata con noi e ha raccontato della Fiera dell'Est, la nostra passeggiata tra food, storie e murales a San Giovanni a Teduccio
"La Fiera dell’Est, considerazioni
Quello che colpisce è la grande lungimiranza di questa enorme rete di cittadinanza attiva costituita da Maestri di Strada, Trerrote e Mamme Sociali. Sono consci, ma forse anche un pizzico troppo severi con se stessi, di essere soltanto all’inizio di un percorso di cittadinanza e resistenza civile dai tratti utopici. C’è ancora tanto da fare ma non si tirano indietro, progettano il tutto con grande determinazione, competenza e cognizione di causa. C’è spazio per l’intraprendenza, per le idee, ma non per l’improvvisazione, non portano avanti i loro progetti a casaccio, tanto per, animati da un superficiale senso borghese cristiano della carità.
Lo fanno, prima di tutto, cercando di stimolare la passione negli educatori, (che sono molto spesso psicologi, insegnanti, pedagogisti, non persone a caso), che devono farlo in primis per loro perché lavorare in progetti di inclusione per ragazzi in zone difficili è un lavoro che comporta molti fallimenti e molte frustrazioni. Bisogna lottare non solo contro situazioni familiari e sociali spesso irrecuperabili ma anche contro l’elefantiaca macchina burocratica dei servizi scolastici e sociali, troppo lenta e incapace di sanare davvero i problemi, e la stessa esasperazione e incapacità di molti insegnanti a rapportarsi a queste situazioni così difficili. Lavorano inoltre cercando accordi e convenzioni con le scuole e le università (con loro lavorano e hanno lavorato tanti studenti tirocinanti di facoltà come Scienze dell’Educazione, nda).
Già da adesso stanno progettando il futuro formando alcuni dei ragazzi più grandi del quartiere come peer educator, educatori alla pari a metà strada tra un insegnante e un fratello, che possano avere le competenze del primo ma l’informalità e l’affetto del secondo.
Un impegno giornaliero faticoso che portano avanti con tenacia a più livelli, da quelli più formali (accordi con università, seminari etc etc) a quelli più pratici e concreti, che possono consistere nel progetto teatrale ma anche soltanto nell’ascolto di una lamentela di un ragazzo."