Libreria Io ci sto - 29 giugno 2017
Lei era Carla Melazzini, insegnante ma anche pedagoga, animatrice e fondatrice del progetto Chance, una scuola per consentire, a ragazzi che avevano precedentemente abbandonato gli studi, di raggiungere la licenza media.
Tra gli obiettivi del Progetto c’era quello di operare nelle scuole, nei quartieri e in diversi luoghi di aggregazione sociale, ambienti dove la Melazzini era molto attiva e all’interno dei quali avviò numerosi interventi e interviste a ragazzi, psicologi, educatori, maestri, maestri di strada, mamme sociali, ecc…, permettendo così, di conoscere più a fondo la realtà dei quartieri nei quali si trovava ad operare.
Lavorò nel solco di Danilo Dolci e Don Milani, incidendo così nel corpo sociale di una comunità ancora oggi tra le più disastrate d’Italia, ovvero la periferia orientale di Napoli, a Barra, a Pontincelli, a San Giovanni Teduccio.
Nel suo libro “Insegnare al principe di Danimarca”, curato dal marito Cesare Moreno a partire dai suoi scritti, la Melazzini parte dall’Amleto, per indurre a riflettere su quanto i condizionamenti culturali operino potenti anche, in chi da essi si crede immune.
Morì a Napoli nel 2009.
A chi ha scelto l'insegnamento perchè ha capito che "C’è Amleto nel cuore dei giovani riottosi che ciondolano in periferia e la Bella addormentata sotto i rotoletti di grasso straripante delle giovanette sguaiate che scorrazzano in motorino nei vicoli di Napoli o nelle strade di qualsiasi periferia"....e non perchè era l'utlima spiaggia: leggete "Insegnare al principe di Danimarca". Il libro ha ricevuto nel 2011 il premio Siani: “Carla Melazzini – si legge nella motivazione – mescola i livelli di scrittura: racconta dei tanti ragazzi e ragazze incontrati, ci riflette su estraendone quello che Italo Calvino chiamava il midollo del leone, medita sulla necessità di una “pedagogia itinerante” che tenga sempre d’occhio la forma urbana di Napoli, allarga l’orizzonte al mondo in un pendolarismo benefico della visione. Ma quel che più colpisce è come l’autrice sia capace di usare le armi allo stesso tempo fragili e potenti della letteratura per stabilire relazioni che a prima vista sembrerebbero impossibili (molti potrebbero essere gli esempi, a partire dal titolo stesso del libro)”.
Cesare Moreno spiega il perchè di questo titolo:
"Sogno una scuola per giovani sovrani, in cui ciascuno sia sovrano di pensieri, capace di orientarsi in una giungla di conoscenze, di emozioni, di relazioni. In cui ciascuno, sognando una vita come oggi non è, abbia il potere di trasformare se stesso senza limiti, e di procurarsi i mezzi per tentare di realizzare il proprio sogno.
E difficile essere sovrani di pensieri quando si pensa a un futuro minaccioso, vivendo una realtà difficile, quando chi dovrebbe curarti non ti cura abbastanza, chi dovrebbe proteggerti non ha forza, chi dovrebbe guidarti si è perso. La nostra scuola per giovani sovrani è cominciata insegnando al Principe di Danimarca, ad uno che aveva tanto dolore e rancore da non riuscire a decidere tra la vita e la morte. Una metafora dei tanti giovani che si trovano senza aiuti nei gorghi di strutture sociali malate. Siamo partiti da come possiamo diventare sovrani del dolore, trasformandolo in forza e volontà per cambiare piuttosto che ripetere copioni mortiferi. Se la scuola è la frontiera in cui si incontrano le generazioni per rinnovare la società, come è possibile insegnare la sovranità attraverso l’obbedienza, il pensiero attraverso idee precostituite, la pace e la serenità incutendo paura e ignorando il dolore?"
Il libro si chiude con il ritratto immenso che Cesare Moreno, marito e compagno nell’avventura di Chance e nella vita, le dedicò nel giorno in cui lei se ne andò. Maestri e professori sanno bene che non è vero che nella nostra scuola, come ha scritto disperatamente uno studente di Chance con il dolore di una ferita non ancora riparata, “tutto è più sbagliato di quanto già sembri”.
Il 29 Giugno, presso la lIbreria IociSto a Piazza Fuga, il presidente dell’Associazione Maestri di Strada Onlus di Napoli e Maurizio Braucci, scrittore e sceneggiatore, hanno presentato il libro ‘Insegnare al Principe di Danimarca’ (Sellerio Editore Palermo). Vi proponimao il video della presentazione e, per chi non l'avesse già fatto, vi invitiamo caldamente a leggere questo libro da cui non si smette mai di imparare.
Grazie a Carla Melazzini per il suo lavoro e per i suoi scritti e grazie a Cesare Moreno per averli conservati, raccolti e tramandati.