La nostra pubblicità per raccogliere il 5 per mille in poche ore ha raggiunto alcune centinaia di adesioni. Calcolando che i nostri fan hanno generalmente un reddito medio basso possiamo pensare ad un cinque per mille che vale tra 30 e 50 euro e quindi ad una cifra che si aggira tra 6.000 e 10.000 euro.
Nel nostro primo anno di cinque per mille abbiamo raccolto, senza pubblicità diretta 12.000 euro, ora pensiamo di poterne raccogliere molto di più. Possiamo dire in anticipo come utilizziamo questi danari: abbiamo dei costi fissi che solo in parte possiamo coprire con i progetti: 18.000 euro l’anno ci servono per mantenere la sede tra fitto, servizi, condominio etc..
Per dieci anni siamo stati nomadi, ma da quando abbiamo la sede abbiamo fatto un salto di qualità in tutte le attività e soprattutto possiamo meglio utilizzare il lavoro volontario che molti di noi fanno per l’associazione.
In secondo luogo ci sono due persone che lavorano al coordinamento generale delle attività e alla promozione di nuovi progetti, tenete conto che per ogni progetto finanziato ce ne sono tre tra quelli non approvati o in cantiere: questo lavoro di progettazione è in gran parte non remunerato, ma un minimo per tenere le fila è necessario. Le due persone suddette che lavorano a tempo parziale ci costano intorno ai 24.000 euro che se vi fate il calcolo significa che netti ricevono circa 700 euro mensili: molto al disotto della soglia di povertà!
Inoltre abbiamo un web master che sta lavorando a organizzare tutto questo, un gruppo che lavora alla ricerca e all’editoria e alla documentazione, il presidente-operaio che progetta, scrive, viaggia, promuove etc. Il suo stipendio lordo è quello di un maestro con media anzianità: 38.000 euro annui pari a 1.450 euro mensili.
Attualmente questo costo è coperto dal MIUR che gli ha dato il “comando” e speriamo accada altrettanto per il prossimo anno.
Questo ha significato detrarre dai progetti il costo della progettazione e della supervisione pedagogica e destinare più risorse agli operatori sul campo, coinvolgere più giovani allievi. Successivamente sarà costretto ad andare in pensione e di nuovo le sue ore di base non ci costeranno niente (di base intendo 36 ore settimanali, che in genere copre in due, tre giorni al massimo) mentre sarà necessario spendere qualcosa per le ore eccedenti visto che la sua pensione si aggirerà sui 600 euro (se sarà di più risparmieremo ancora).
Infine abbiamo una convenzione con l’Università per la collaborazione di una psicologa che è, insieme al presidente, responsabile della promozione delle attività di pensiero.
La convenzione ci costa 18.000 euro annui, ma la nostra psicologa ne riceve quasi un terzo in meno e lavora il doppio delle ore previste, e sarebbe giusto avere la possibilità di darle un aumento.
Nel complesso, per la strategia di sviluppo dei Maestri di Strada locale e nazionale abbiamo chiesto ed ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Prosolidar di 100.000 euro in tre anni di cui un terzo già spesi: con le operazioni che stiamo compiendo speriamo di raggiungere l’autosufficienza, ossia il mantenimento di una struttura permanente di progettazione, ricerca e formazione che possa affrontare la missione che Maestri di Strada si è data. Di questa autosufficienza fa parte incrementare il gettito del 5 per mille.
Inoltre contiamo sullo sviluppo delle iniziative editoriali e del lavoro di formazione per terzi come fonte di ulteriori introiti, di queste cose parleremo un’altra volta.
Sottolineiamo che in questo momento tra operatori remunerati (a tempo parziale e a tariffe minime) tirocinanti, volontari siamo circa quaranta persone tutte con studi di livello universitario o con almeno dieci anni di esperienza sul campo. L’età di molti è inferiore a 30 anni, un gruppo è sulla quarantina, alcuni sulla cinquantina ed uno solo è veramente vecchio: pensiamo sia una buona composizione e che l’associazione debba essere sempre più aperta ai giovani che sono la spina dorsale di questo nostro lavoro.
Sostenere il lavoro dei Maestri di Strada significa quindi innanzi tutto valorizzare la risorsa di giovani che stanno coraggiosamente affrontando una situazione di crisi generale e di cronica locale assenza di lavoro inventandosi e creandosi il lavoro in modi che sono utili alla comunità e al vivere civile.